vino – Viticoltura biodinamica https://viticolturabiodinamica.it Testata giornalistica quotidiana Fri, 16 Dec 2022 13:17:01 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.2 https://viticolturabiodinamica.it/wp-content/uploads/2022/02/Logo-Viticoltura-150x150.png vino – Viticoltura biodinamica https://viticolturabiodinamica.it 32 32 Insostituibile nobile rame https://viticolturabiodinamica.it/insostituibile-nobile-rame/ Mon, 18 Nov 2019 11:26:00 +0000 https://viticolturabiodinamica.it/?p=234
Tra i parametri che prendiamo in considerazione per verificare i risultati del fare agricoltura biodinamica vi è da sempre il CONTENUTO DI RAME METALLO NEL SUOLO. Nelle nostre ricerche consideriamo il rame metallo totale non solo quello disponibile.
Dai dati analitici ventennali in nostro possesso è emerso che non si può considerare l’utilizzo di questo nobile metallo come un elemento di criticità dell’agricoltura biodinamica e biologica.
In rosso i "metalli nobili" (per la loro resistenza all’attacco dell’ossigeno)
Consideriamo, per esempio, che le analisi annuali dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che rileva gli inquinanti presenti nelle acque superficiali e profonde del nostro paese, ha smesso da anni di ricercare il parametro “rame” perché NON E’ MAI STATO TROVATO COME INQUINANTE DELLE ACQUE SUPERFICIALI E PROFONDE, e questo pur essendo aumentate esponenzialmente le vendite dei prodotti a base di rame.
Il rame si muove poco, tutti sanno che non si può trovare nelle falde eppure si grida che inquinerebbe fiumi e mari, uccidendo più pesci della pesca a strascico o dei residui di pesticidi chimici che abbondano nei fondali fluviali e marini.
L’errore nasce da lontano. Ricordiamo come negli anni ‘80 riviste agricole divulgative, che riportavano settimanalmente i consigli degli esperti di viticoltura sui trattamenti da attuare, dovendo screditare la appena nascente biologico-mania affermavano perentori che occorrevano almeno 26 kg ad ettaro di rame metallo per campagna viticola per poter avere qualche risultato.
In quegli anni, noi pionieri del biologico, effettuavamo al massimo 1-2 trattamenti con 500 grammi di rame metallo, se necessario, e il resto dei circa 9 trattamenti con dosi tra 200 -300 g di rame metallo (prima del 2002 la dinamica della peronospora era molto diversa da come la conosciamo oggi) ed era impossibile comprendere, per noi addetti ai lavori, come si potesse raggiungere quel folle quantitativo.
Poi si cominciò a discutere di abbassarne i livelli, e, assurdo a dirsi, proprio i “politicanti del biologico”, evidentemente mai stati agricoltori o consulenti, si unirono al coro di quelli che sostenevano che il rame era dannoso, senza alcun dato oggettivo analitico in mano e, addirittura, in concomitanza con la riduzione della dose di utilizzo ammessa annualmente da 8 a 6 kg/ettaro, relazionarono al Ministero partendo da questa discutibilissima premessa: “I residui di rame nel terreno sono senza dubbio una causa di detrimento all’attività microbica del terreno stesso tale da metterne a rischio la necessaria vitalità che ne garantisce la fertilità” (il sottoscritto fu l’unico a dissociarsi nel gruppo di lavoro nazionale sulla viticoltura biologica nel 2008, chiedendo di produrre dati analitici, non pregiudizi).
Già allora avevamo una mole consistente di dati che confutavano la nocività e il fenomeno dell’accumulo del rame nel terreno, eppure la sostituzione del “nobile” rame, magari con il sistemico fosfito di potassio, veniva auspicata da molti in quella commissione.
Già allora avevamo una mole consistente di dati che confutavano la nocività e il fenomeno dell’accumulo del rame nel terreno, eppure la sostituzione del “nobile” rame, magari con il sistemico fosfito di potassio, veniva auspicata da molti in quella commissione.
Abbiamo negli anni condotto ricerche con la collaborazione di istituti riconosciuti per la loro esperienza e scientificità, come ad esempio lo IASMA di San Michele all’Adige (ricerche condotte dal 2007) o l’UNISI – Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente (2014), o con laboratori privati tra i quali l’autorevole ISVEA di Poggibonsi (ultime analisi nel 2019).
Ebbene, i nostri dati testimoniano una realtà analitica incontrovertibile: NON VI E’ ALCUN ACCUMULO DI RAME NEI TERRENI BIODINAMICI, ANCHE DOPO DECENNI DI UTILIZZO RAZIONALE.
Razionale è il minimo utilizzo necessario, anno per anno, per una viticoltura biodinamica sostenibile per l’ambiente e per l’economia del produttore, non lo è invece, per esempio, l’applicazione puramente numerologica di un cabalistico 3 Kg di rame metallo / ha / anno.
Tutti i dati delle nostre ricerche e le più avanzate tecniche di difesa fitosanitaria biodinamica saranno tra gli argomenti approfonditi nel corso di alta formazione del 5 – 6 febbraio 2020 a Montalcino.
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11° Convegno di Vitivinicoltura biodinamica moderna https://viticolturabiodinamica.it/11-convegno-di-vitivinicoltura-biodinamica-moderna/ https://viticolturabiodinamica.it/11-convegno-di-vitivinicoltura-biodinamica-moderna/#comments Mon, 11 Feb 2019 16:19:00 +0000 https://viticolturabiodinamica.it/?p=1248

IL RAME IN VIGNA E NEL VINO: QUEL CHE SI DICE E QUEL CHE SI TACE

Convegno di Biodinamica Febbraio 2019

11 Febbraio 2019 – Si è svolta a Sorgente del Vino Live a Piacenza l’11a edizione del Convegno di Vitivinicoltura biodinamica moderna organizzato da Viticolturabiodinamica.it, dal titolo “Il rame in vigna e nel vino: quel che si dice e quel che si tace”, dedicato al tema dell’utilizzo del rame nella difesa e al dibattito in corso in sede europea circa il mantenimento della sua autorizzazione.
Si tratta di una questione di fondamentale importanza per la viticoltura italiana che non fa uso della chimica di sintesi e dal confronto tra gli autorevoli relatori intervenuti, provenienti da ambiti professionali e di ricerca diversi, è emerso con chiarezza il profondo contrasto esistente tra i dati sulla tossicità del rame elaborati su basi modellistiche, in sede di simulazioni ed estrapolazioni astratte, su cui poggiano allo stato attuale i nuovi limiti imposti da Bruxelles e la minaccia della sua abolizione, e i dati oggettivi ed empirici raccolti tramite analisi pluridecennali svolte in campo, nella pratica del lavoro agricolo, che confutano completamente le attribuzioni di rischio.
Sono state poste le premesse per proseguire il lavoro di collaborazione e ricerca in questa direzione, auspicando che il confronto su questa cruciale questione possa proseguire su basi di realtà, verificate ed oggettive.

Convegno Biodinamica Febbraio 2019

"Paradigmi scientifici a confronto"

IL RAME IN VIGNA E NEL VINO: QUEL CHE SI DICE E QUEL CHE SI TACE

Ospita l’evento: SORGENTE DEL VINO LIVE2019 in collaborazione con ECHOFFICINE

“Paradigmi scientifici a confronto”, il Convegno di Vitivinicoltura biodinamica moderna, è giunto alla 11a edizione che si svolgerà lunedì 11 Febbraio 2019, a Piacenza, con una novità: ospite dell’incontro sarà Sorgente del Vino Live2019, l’appuntamento annuale con i vini naturali, di territorio e tradizione, grazie alla collaborazione con l’Associazione Echofficine.
Si affronterà il tema oggi più urgente per la viticoltura che non fa uso della chimica di sintesi: l’utilizzo del rame e la normativa che lo regolamenta, con le sue lacune e contraddizioni. Si è deciso di rilanciare il confronto per avanzare nuove proposte sulla base di risultati oggettivi, in un luogo simbolicamente significativo, dove si ritrovano coloro che sono più direttamente coinvolti dagli esiti del dibattito in corso: i vignaioli naturali e i consumatori più attenti.
Questo Convegno si inserisce in un percorso di ricerca che, fin dalla prima edizione alla Villa medicea di Cerreto Guidi con il supporto del Polo Museale Regionale della Toscana, è stato per sua concezione aperto ed itinerante, e ha mantenuto le sue premesse promuovendone gli anni l’incontro tra quanti, agricoltori, ricercatori, tecnici, a monte e a valle della filiera agricola, si confrontano quotidianamente con la necessità di trovare un giusto equilibrio tra le necessità economiche, quelle ambientali e quelle spirituali.
Con l’obiettivo di riconquistare una visione non meccanicistica della Natura che possa guidare i criteri delle normative e delle pratiche agricole del futuro.
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https://viticolturabiodinamica.it/11-convegno-di-vitivinicoltura-biodinamica-moderna/feed/ 1
Dichiarazione importante https://viticolturabiodinamica.it/dichi/ Fri, 01 Jun 2018 11:30:33 +0000 https://viticolturabiodinamica.it/?p=309
fake news
Nella recente pubblicazione del GESAAF –UNIFI, dal titolo “Influenza del processo enologico convenzionale e biodinamico sulle caratteristiche di vini da uve sangiovese” apparsa sul numero 275 di maggio/giugno 2018 di Industrie delle Bevande, viene riportata illecitamente la mia firma ed il riferimento al sito della testata giornalistica viticolturabiodinamica.it.
Io non ho mai sottoscritto il lavoro in questione, e non soltanto non ne condivido le conclusioni, peraltro spesso divergenti dai contenuti del testo stesso, ma contesto la veridicità di molti dati riportati nello stesso lavoro.
Ho partecipato con 4 aziende biodinamiche al progetto per confrontare aspetti analitici e sensoriali emersi dai diversi processi di vinificazione, in piena e completa convinzione che si trattasse di un lavoro scientifico e che si potesse liberamente dialogare tra i diversi approcci di ricerca (meccanicista e olistica), credendo che i dati analitici e le interpretazioni degli stessi potessero e dovessero risultare oggettivi.
Nelle sedi opportune e su questa testata giornalistica, verranno pubblicate sia le smentite che i risultati corretti dei dati in mio possesso, congiuntamente con le analisi specifiche del metodo biodinamico applicate nella ricerca.
In fede Dr. Leonello Anello, Agronomo Biodinamico
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10° Convegno di Vitivinicoltura biodinamica moderna https://viticolturabiodinamica.it/10-convegno-di-vitivinicoltura-biodinamica-moderna/ Sat, 10 Mar 2018 12:32:26 +0000 https://viticolturabiodinamica.it/?p=1413

Paradigmi scientifici a confronto

Ideazione di Rita Mulas - progetto scientifico di Leonello Anello

Indagine sulle diverse tecniche di gestione del suolo nel vigneto e nell'oliveto per la salvaguardia della fertilità, della qualità dei prodotti e della salute

Sabato 10 Marzo, 2018 – Artimino, Carmignano (PO) – Villa Medicea “La Ferdinanda”

Ospita l’evento: Tenuta di Artimino

La partecipazione è gratuita, sino ad esaurimento dei posti. Per informazioni e iscrizioni: info@viticolturabiodinamica.it – tel. (+39) 335 5940755
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Verdeggiate più grassi, pàmpini, nella pergola. Goethe, Steiner e noi https://viticolturabiodinamica.it/verdeggiate-piu-grassi-pampini-nella-pergola-goethe-steiner-e-noi/ Fri, 07 Jul 2017 12:08:53 +0000 https://viticolturabiodinamica.it/?p=390

Intervento in occasione del 6° Convegno di Vitivinicoltura biodinamica moderna: “Paradigmi scientifici a confronto”
Villa medicea di Cerreto Guidi

Quando si pensa a Johann Wolfgang Goethe e il vino, vengono in mente due aforismi, uno tanto noto da trovarsi stampato, oltre che sulle etichette, anche sui gadget e sulle cartoline:

La vita è troppo breve per bere vini mediocri

Un aforisma ambiguo, suona come un inno al piacere scritto dal copy di un’agenzia pubblicitaria, ma nasconde la tragedia del suo unico figlio, August, morto a soli 41 anni di cirrosi epatica. L’altro aforisma di Goethe sul vino è meno noto, ma altrettanto evocativo:
Naturalmente, si può sostituire donna con uomo, ma non si può sostituire il bicchiere di vino che ha ispirato e nutrito corpo e anima di uno dei più grandi uomini di cultura di tutti i tempi. George Eliot diceva di lui che era stato l’ultimo uomo universale.
Come titolo di questa riflessione, non ho scelto uno degli aforismi, ma i primi versi di una poesia che, nella sua completezza, recita:

Verdeggiate più grassi,

pampini, nella pergola fin qua

verso la mia finestra!

Sbocciate più fitti, acini

gemelli, e maturate

più in fretta e splendendo più colmi!

Vi cova lo sguardo materno

dell’ultimo sole, vi spira dintorno

leggera la gloria feconda

del cielo amico;

vi rinfresca il sereno

magico soffio di luna,

e vi bagnano, ahi!,

da questi occhi

le lacrime turgide piene

dell’amore che senza fine vivifica.

(Goethe, Autunno 1775)

Non mi cimento nell’esegesi del testo, lascio ad ognuno il piacere di trovare rimandi ai temi di fondo della biodinamica.
Perché ho scelto una poesia? Perché Goethe insegna che quello che ci circonda – e noi stessi che lo percepiamo e lo viviamo – possiamo essere rappresentati in molte forme, dai numeri e dalle descrizioni della ragione e dell’intelletto, ma anche dal canto delle parole. E la scienza non fa eccezione.
Il titolo del convegno Paradigmi scientifici a confronto è mutuato dalla teoria epistemologica di Khun. In estrema sintesi, il filosofo americano sostiene che la ricerca scientifica procede per salti. Le leggi che interpretano la realtà sono tutte coerenti all’interno di un sistema dato, ma non è detto che esso sia l’unico. Nell’epoca in cui un paradigma si afferma, gli scienziati che si muovono all’interno del suo perimetro si guardano bene dal mettere in dubbio i fondamenti della loro pratica e il contesto che le fa da sfondo.
Nel suo testo La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Khun spiega come si passi da un sistema all’altro attraverso fratture, con conseguenti cambi di paradigma. Quando un fenomeno non si riesce a spiegare è indispensabile un radicale cambiamento dell’orizzonte in cui è collocato: perché il sapere proceda è indispensabile passare a un nuovo paradigma.
Per Goethe:
Qual è il paradigma di Goethe? Ci interessa rispondere a questa domanda perché, come sappiamo, è da Goethe che parte Steiner, dagli studi sulle sue opere scientifiche e filosofiche, oltre che letterarie.

Possiamo dire, semplificando, che se Steiner è il padre della biodinamica, Goethe ne è il nonno. Il paradigma all’interno del quale si colloca Rudolf Steiner è quello disegnato da Goethe.

Ricordiamo che nel 1882, su proposta di Karl Julius Schröer, suo docente, dal professor Joseph Kürschner, curatore di una nuova edizione delle opere di Goethe, Steiner fu incaricato di occuparsi delle opere scientifiche. Nel 1886 pubblicò un primo libro sulla filosofia di Goethe: Linee fondamentali di una teoria della conoscenza della concezione del mondo di Goethe.
Nel 1888 Steiner fu invitato a lavorare come curatore negli archivi Goethe a Weimar, dove rimase fino al 1896, scrivendo introduzioni e commenti ai quattro volumi di scritti scientifici di Goethe e pubblicando, nel 1897, un secondo libro sulla filosofia di Goethe: La concezione del mondo di Goethe.
Nel 1899, la vita di Steiner cominciò a cambiare, come racconta nella sua autobiografia, proprio grazie alla pubblicazione sulla rivista Magazin dell’articolo “La Rivelazione Segreta di Goethe” che trattava della natura esoterica di una favola di Goethe, Il Serpente verde e La Splendida Ninfea. Grazie a questo articolo Steiner fu invitato a parlare a un convegno di teosofi e per la prima volta parlò in pubblico della sua percezione spirituale.
Nelle immagini fiabesche di questo racconto si presentò
davanti allo sguardo spirituale di Goethe l’evoluzione dell’anima
dalla condizione in cui ancora si sente estranea al soprasensibile,
fino al grado di coscienza in cui la vita vissuta nel mondo
sensibile si compenetra del mondo spirituale soprasensibile, in
modo che i due diventano uno solo.
(Steiner, La Rivelazione Segreta di Goethe)
Proviamo, allora, a disegnare per tratti i contorni del paradigma di Goethe. Goethe, nella sua concezione del mondo, oltre ad avere come punto di riferimento Spinoza, negli studi sulla Natura, fu fortemente influenzato dagli scambi che ebbe con il teologo Herder che sosteneva:
L’essere umano riunisce in sé tutti i principi formativi che gli altri organismi (cosiddetti “organismi inferiori”) hanno sviluppato unilateralmente; la Natura condensa in un solo essere quanto ha sparso in molte classi e ordini. Tutto questo comporta che ogni parte degli “organismi inferiori”, ad esempio degli animali, deve rinvenirsi nell’uomo, pur ridotta o come residuo ancestrale. La Natura non può avere lacune nella formazione coerente di un tipo.
Goethe dà un contributo scientifico importante a questo approccio scoprendo l’osso intermascellare anche nell’uomo, dà una soluzione (nel 1784, contemporaneamente a un medico francese, Vicq d’Azir) a un problema che si trascina dai tempi di Aristotele, poi ripreso da Galeno (entrambi favorevoli), ma contraddetto per secoli da quanti, come Vesalio, sostenevano che l’uomo era una creatura eccezionale, isolata nella Natura e non l`ultimo grado dell’affermazione del continuo delle forme animali.
La Natura, anche per Goethe, come per gli Scolastici e Linneo, non fa salti, egli applica un approccio morfologico alle scienze naturali. Il tema dell’indagine scientifica diventa: qual è la fonte della vitalità e della capacità di metamorfosi della Natura?
Goethe può essere considerato il precursore del darwinismo, avendo egli concepito l’organico come governato dalle stesse leggi che intervengono nella natura inorganica. Le forme viventi, secondo Goethe, sono il risultato della metamorfosi di un archetipo. Goethe, rispetto a Darwin, non arrivò a formulare il concetto determinante di selezione, sul quale Darwin avrebbe fondato la teoria dell’evoluzione.
Una seconda intuizione è quella che molte ossa del cranio sono vertebre trasformate e, anche in questo caso, per Goethe si tratta della conferma che esiste una legge unitaria con la quale la Natura plasma le forme organiche. (Le osservazioni nacquero dal cranio di un montone trovato sulla spiaggia del Lido di Venezia). Tutto questo porta alla concezione di un tipo animale originario.
Naturalmente questo approccio morfologico, soprattutto grazie al viaggio in Italia, lo porta allo studio delle piante e al loro sviluppo. Goethe giunge alla conclusione che le forme dei vegetali non sono fissate in modo definitivo al modello originale, ma sono dotate di una sorprendente variabilità che consente loro di adattarsi e di trasformarsi. Tutte le parti delle piante non sono che variabili delle foglie, e ciò vale non per una sola specie, ma per tutte le forme del regno vegetale, sino a riconoscere in quelle modificazioni un unico tipo primitivo. Così come era stato per gli animali.
Insomma i processi della Natura hanno un unico comune denominatore e un’unica legge, un unico principio guida. Per la vita vegetale questo corrisponde a un modello, a una specie ideale, ai caratteri di una pianta originaria, forma essenziale di tutte queste manifestazioni. Sul piano dell’osservazione concreta non si può far altro che constatare il concreto realizzarsi della “pianta originaria” nelle piante che si osservano nella natura. (Secondo Goethe questa era rintracciabile tra quelle Mediterranee).
Ogni pianta, quindi, va considerata come un momento della metamorfosi di quella forma essenziale che la Natura, come legge in movimento, impone al vivente, e che non può essere irrigidita nella schematizzazione dei generi e delle specie.
Il viaggio in Italia porta Goethe a studiare i fenomeni cromatici. Il nostro paese per lui era la sintesi di natura e arte, passato e presente, spiritualità e sensualità. Oltre alla purezza dei cieli e alle tinte del paesaggio è decisiva la visita alla Cappella Sistina.
Il quesito di base è: che cosa sono i colori? Goethe risponde interrogando gli amici pittori, conducendo esperimenti di laboratorio e producendo una “teoria dei colori” alla quale dà più importanza che a tutte le sue opere letterarie.
Il punto di partenza è che la percezione sensoriale pura e semplice non è in grado di cogliere la ricchezza e la complessità della Natura. La centralità del soggetto percipiente, dichiarata da Goethe, rimanda al tempo stesso a questioni epistemologiche e etiche. Il colore, inteso come atmosfera ed esperienza corporea, ma anche nel suo spetto sensibile e morale, ci introduce a una visione antropologica dell’esperienza e dell’esistenza.
La teoria dei colori, nonostante l’orgoglio di Goethe, lasciò i contemporanei indifferenti; questo ferì particolarmente l’autore, che avrebbe voluto un confronto, ma ciò non accadde perché il suo lavoro apparteneva a un paradigma “altro”, ovvero non rientrava nel sistema newtoniano. Si trattava di un nuovo paradigma. Ecco cosa scrive Martin Bansfeld al riguardo:
Secondo Goethe i colori non sono parti, ma azioni e passioni della luce. Weizsacker ritiene che questa affermazione sia in piena consonanza con la fisica quantistica. Il rapporto tra parte e intero nella fisica quantistica si potrebbe proprio esprimere sostenendo che le parti isolabili sono sempre azioni e passioni dell’intero. Insieme con l’atomismo classico si deve buttare a mare anche il modello classico di causalità: nella fisica quantistica, sul singolo oggetto, sono possibili soltanto previsioni probabilistiche. Goethe rimproverò a Newton di non aver voluto riconoscere la luce nella sua purezza; all’opposto si rimproverò a Goethe di non aver compreso il significato del principio di causalità per il pensiero naturalistico. Nel frattempo, grazie alla fisica dei quanti, sembra essere divenuto plausibile il concetto goethiano della luce e venuta meno l’assolutezza del modello di causalità: eccoci di nuovo pronti per la concezione scientifica di Goethe.
Bansfeld, Il colore è la natura conforme al senso dell’occhio
E noi aggiungiamo: siamo quindi pronti per le teorie steineriane. Un altro paradigma si affaccia all’orizzonte. Ma tutto questo non è solo interessante per le sue conclusioni. La teoria dei colori, che tanto inorgogliva Goethe, contiene una questione di fondo che va al di là del problema della luce; o, meglio, giocando con uno slittamento semantico, il saggio tratta anche della luce in senso metaforico, come conoscenza, e si inserisce con forza nel dibattito fondamentale tra oggettività e soggettività del conoscere. E’ questo il vero oggetto di scontro con Newton.
Naturalmente ciò viene da Kant e racconta perfettamente il passaggio dalla cultura illuministica a quella romantica. Soggettività della scienza non vuol dire che ognuno ha la propria scienza, ma che l’uomo è incluso e integrato nella ricerca, ne è responsabile, lega il progresso della scienza all’etica.
Steiner afferma che le opere di Goethe avevano creato in lui la convinzione profonda che al lavoro di Galilei sulla materia inorganica corrispondesse quello di Goethe, con riferimento al mondo organico. Con la sua teoria della metamorfosi aveva pensato i processi organici della natura in termini spirituali. Il metodo scientifico di Goethe si nutre delle controversie della scienza, che insegnano l’arte di non fermarsi a conoscenze troppo sicure; le opposte polarità producono il movimento della ricerca che, altrimenti si interromperebbe. E al centro di questo flusso c’è sempre l’uomo con la sua etica.
Ritornando alla domanda iniziale: qual è il paradigma di Goethe?, si può provare a sintetizzare così, con le sue stesse parole:
Se, con felice equilibrio di energia e abilità, ci riuscirà di radere al suolo quella Bastiglia (il riferimento è alle teorie di Newton, ma vale per tutte le teorie legate alla matematizzazione delle scienze naturali) e guadagnare uno spazio libero, rimarrà lontana da noi l’intenzione di ingombrarlo subito, costruendo un nuovo edificio. Di esso (spazio libero), piuttosto, intendiamo servirci allo scopo di offrire una bella successione di molteplici forme.
Goethe, La teoria dei colori
Per Goethe la conoscenza, in tutti gli ambiti, si dà all’interno del rapporto tra soggettività e oggettività e la loro reciproca e radicale compromissione. La scienza deve divenire al tempo stesso mistica e metodica, deve vivere della tensione dei due poli dell’unità vivente: le regole e l’intuizione.
Ma la conoscenza non esiste se non c’è un essere vivente che oltre a percepire, senta quello che va oltre sé stesso e quello che gli sta intorno. Accanto alla vis centrifuga del continuo mutare delle forme esistenti, esiste un contrappeso: l’istinto di specificazione, la tenace capacità di persistere di ciò che, nel divenire, è divenuto realtà. Potremmo dire l’impronta originaria, il segno primo del mutamento.
Ora, per questioni di tempo e di spazio a disposizione, sono costretto a chiudere e, con un doppio salto mortale, riannodo uno dei fili sottesi a questa riflessione: il problema dei disciplinari.
Quello che ho provato a ripercorrere e che, genericamente, ho chiamato il paradigma di Goethe, da cui discende l’origine della biodinamica, può spiegare, almeno in parte, perché è così difficile fissare in un disciplinare il metodo della biodinamica.
Ma, forse, dovremmo provare a immaginare un nuovo modo di scrivere un disciplinare, magari pensandolo come un testo vivo, in movimento, che si arricchisce quotidianamente delle pratiche, oltre che delle speculazioni teoriche. Per concludere, un’ultima massima di Goethe:
Il che ci porta a collocare la ricerca e la condivisione dei risultati, tenendo conto di una considerazione finale: una concezione solo meccanicistica della conoscenza e della vita produce inevitabilmente una separazione tra etica e ricerca scientifico-tecnologica, rischiando, come si vede nella nostra quotidianità, che il progresso sia perfettamente funzionale all’economia.
Un’economia che, nel nuovo millennio, con la globalizzazione, la digitalizzazione e la virtualizzazione delle ricchezze ha spezzato il legame che l’economia aveva sempre avuto con la produzione di beni in rapporto alla vita degli esseri umani e al loro benessere. Il mondo oggi è dominato da un’economia finanziaria che ha perso di vista l’uomo come soggetto e culmine della metamorfosi delle forme. La tendenza è che la finanza, con i suoi meccanismi oggettivi (contano solo i numeri, le statistiche), sia riuscita definitivamente a separare le vite reali dalle loro rappresentazioni astratte.

Bibliografia

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9° Convegno di Vitivinicoltura biodinamica moderna https://viticolturabiodinamica.it/9-convegno-di-vitivinicoltura-biodinamica-moderna/ Sat, 04 Mar 2017 12:52:19 +0000 https://viticolturabiodinamica.it/?p=1461

Paradigmi scientifici a confronto

Ideazione di Rita Mulas - progetto scientifico di Leonello Anello

VITICOLTURA ED ENOLOGIA: CONFRONTO TRA METODOLOGIE CLASSICA E BIODINAMICA

COMUNICATO STAMPA POST CONVEGNO

Si è svolta sabato 4 Marzo, con grande partecipazione di pubblico, la nona edizione dell’appuntamento annuale con il Convegno di Vitivinicoltura Biodinamica moderna “Paradigmi scientifici a confronto”, promosso e organizzato da Viticolturabiodinamica.it.
Il 9° Convegno ha avuto luogo a Montespertoli, presso il Centro per la Cultura del Vino “I Lecci”, grazie alla collaborazione del Comune di Montespertoli e dell’Università degli Studi di Firenze – Gesaaf, il supporto del Consorzio Turistico Terre di Leonardo e Boccaccio e Colline del Chianti e di Consiag, e con il patrocinio della Regione Toscana.
Nel 9° Convegno sono stati presentati i risultati di ricerche scientifiche svolte in ambito agronomico ed enologico, che hanno posto in evidenza e confermato l’affidabilità e l’eccellenza dei risultati del metodo biodinamico, nella gestione dei vigneti e delle vinificazioni. Sono state poste a confronto le tecniche di vinificazione classiche oggi in uso e quelle, innovative, biodinamiche, affrontando gli aspetti dell’influenza del terroir, del vitigno e delle tecniche di vinificazione sulla caratterizzazione chimica ed organolettica dei vini.
Il numeroso pubblico intervenuto ha potuto ascoltare relazioni di grande interesse, succedutesi in un fitto scambio, a partire da posizioni anche, in qualche caso, divergenti (questo è l’obiettivo del Convegno, porre a confronto e in dialogo paradigmi ed approcci scientifici e metodologici anche differenti, per consentire nuove acquisizioni di conoscenza), quali quelle del ricercatore e agronomo Leonello ANELLO, fondatore del metodo biodinamico moderno in vitivinicoltura; dei ricercatori e docenti universitari Mario BERTUCCIOLI, Lisa GRANCHI, Luigi MOIO, Monica PICCHI e Fabrizio TORCHIO; e di Margarethe CHAPELLE, la massima rappresentante internazionale della ricerca analitica in campo enologico svolta con la cristallizzazione sensibile, metodo di indagine qualitativa tanto affascinante, quanto attendibile e capace di fornire informazioni a 360 gradi sulle condizioni di salute di un vigneto e le qualità di un vino. Tra la sessione mattutina e quella pomeridiana del Convegno si è svolta una straordinaria degustazione alla cieca di vini, tutti da uve sangiovese, oggetto delle ricerche, magistralmente condotta da Sandro SANGIORGI.
L’evento, a partecipazione gratuita, ha rappresentato un momento di approfondimento di alto livello teorico e tecnico e ha segnato un’ulteriore tappa del percorso avviato nel 2009 da Leonello Anello e Rita Mulas con la prima edizione del Convegno presso la Villa medicea di Cerreto Guidi (che ha tenuto l’iniziativa a battesimo e che, grazie al supporto del Polo Museale Regionale della Toscana, è stata sede anche delle successive scorse edizioni).
Coordinamento a cura di Marta Peloso – Viticolturabiodinamica.it – email: info@viticolturabiodinamica.it
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Corso professionale di vitivinicoltura biodinamica moderna https://viticolturabiodinamica.it/corso-professionale-di-vitivinicoltura-biodinamica-moderna/ Wed, 08 Feb 2017 13:41:45 +0000 https://viticolturabiodinamica.it/?p=3832

Mercoledì e giovedì 8 - 9 Febbraio, 2017 Villa Medicea di Cerreto Guidi

Energia e materia nell’agricoltura del 21° secolo e degustazione didattica de “i vini biodinamici”

Docente: Dr. Leonello Anello Agronomo

Con linguaggio chiaro e diretto, l’appuntamento annuale del Corso di alta formazione, condotto con la conoscenza e l’esperienza di chi ha tracciato in trent’anni di attività la strada della biodinamica moderna.
Ogni sessione avrà un’impostazione applicativa ed un approfondimento con i risultati delle ricerche scientifiche condotte nel corso degli anni.

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8° Convegno di Vitivinicoltura biodinamica moderna https://viticolturabiodinamica.it/8-convegno-di-vitivinicoltura-biodinamica-moderna/ Sat, 09 Jul 2016 13:50:25 +0000 https://viticolturabiodinamica.it/?p=3357

8° CONVEGNO DI VITIVINICOLTURA BIODINAMICA MODERNA

Sabato 9 Luglio 2016 - Villa medicea di Cerreto Guidi

8 convegno biodinamica
L’8° Convegno di Vitivinicoltura Biodinamica moderna si svolgerà nella giornata di sabato 9 luglio 2016, presso la Villa medicea di Cerreto Guidi (FI), con il supporto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Polo Museale Regionale della Toscana e il patrocinio della Regione Toscana.
L’evento, a partecipazione gratuita, rientra, nella sua concezione e nelle sue intenzioni, nel percorso avviato nel 2009 con il Primo Convegno di Vitivinicoltura Biodinamica Moderna “Paradigmi scientifici a confronto”, che ha trovato presso la Villa medicea di Cerreto Guidi la sua sede d’elezione.
Il Convegno si è distinto negli anni e nel panorama nazionale quale momento di approfondimento di alto livello teorico e tecnico grazie all’importanza degli argomenti trattati e alla partecipazione di relatori prestigiosi. Nella sua articolazione, il progetto ha posto in essere proficue relazioni internazionali con aziende agricole, istituti di ricerca del settore, università, professionisti delle varie aree legate al mondo del vino.
Questa edizione speciale del Convegno, organizzata in collaborazione con il Biodistretto del Montalbano, affronterà problematiche cruciali dell’agricoltura, dell’ambiente e della salute, con particolare attenzione rivolta al territorio della Toscana.
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7° Convegno di Vitivinicoltura biodinamica moderna https://viticolturabiodinamica.it/7-convegno-di-vitivinicoltura-biodinamica-moderna/ Sat, 11 Jul 2015 13:53:58 +0000 https://viticolturabiodinamica.it/?p=3375

Sabato 11 Luglio 2015 - Villa Medicea di Cerreto Guidi

7° CONVEGNO DI VITIVINICOLTURA BIODINAMICA MODERNA

Paradigmi scientifici a confronto ideazione di Rita Mulas - progetto scientifico di Leonello Anello

Il 7° Convegno di Vitivinicoltura Biodinamica Moderna si svolgerà sabato 11 Luglio presso la Villa Medicea di Cerreto Guidi, nei pressi di Firenze.
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6° Convegno di Vitivinicoltura biodinamica moderna https://viticolturabiodinamica.it/7-convegno-di-vitivinicoltura-biodinamica-moderna-cloned-3375/ Sat, 12 Jul 2014 13:59:47 +0000 https://viticolturabiodinamica.it/?p=3400

Sabato 12 Luglio 2014 - Villa Medicea di Cerreto Guidi

6° CONVEGNO DI VITIVINICOLTURA BIODINAMICA MODERNA

Paradigmi scientifici a confronto ideazione di Rita Mulas - progetto scientifico di Leonello Anello

Il 6° Convegno di Vitivinicoltura Biodinamica Moderna si svolgerà sabato 12 Luglio presso la Villa Medicea di Cerreto Guidi, nei pressi di Firenze.
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