Information and training on viticulture and oenology biodynamic

The why of this site.

Viene da chiedersi: perché un altro sito che parla di agricoltura biodinamica e, addirittura, di viticoltura e di vino biodinamico?

Oggi, il mondo si è apparentemente infatuato della biodinamica e ancor più del vino biodinamico, fino a farne un fenomeno modaiolo.
Oggi, si usa comunemente la parola biodinamica, ma ben diverso è averne capito il significato, aver compreso in cosa si traducano le asserzioni di principio che, apparentemente assimilabili ad assunti filosofici, si trasformano in atti pratici.
Oggi, vi sono quelli che temono l’agricoltura biodinamica, perché essa mette in risalto l’inutile dipendenza dell’agricoltore dalla chimica di sintesi (in vigna come in cantina); ma vi sono anche quelli che salgono sul carro senza neanche sapere di cosa realmente si tratti.
Apparentemente, è il momento della biodinamica; proprio per questo, quelli di noi che da molti lustri la frequentano e la realizzano sono sollecitati a difenderne l’integrità e l’espressione, sia davanti ai detrattori ottusi che ai furbetti impenitenti.
Per questo siamo anche su questo sito, per non tacere colpevolmente.
Per molti di noi non è più possibile continuare a lavorare tacendo: non è possibile per me, agronomo, che da un quarto di secolo ha fatto della biodinamica la sua professione; non è possibile per molti agricoltori che hanno praticato l’agricoltura biodinamica, spesso la viticoltura biodinamica, scontrandosi con la saccenza dei cultori delle verità scientifiche meccaniciste, ma anche con i cattivi interpreti della cultura antroposofica, che hanno considerato esecrabile l’applicazione dell’essere umano alla produzione del vino.
Siamo stati considerati, allo stesso tempo, stregoni per il mondo scientifico ed eretici per il mondo antroposofico; oggi, grazie a noi e al vino, si parla della biodinamica. Avevamo ragione noi.
Non ci era più possibile tacere perché, alle volte, ci troviamo a sentire dire di aziende che in campo usano il diserbo chimico, concimano e trattano con la chimica di sintesi, poi in cantina guardano magari il calendario con le fasi della luna per travasare il vino, usano contenitori originali, e con molta sapienza comunicativa si dichiarano biodinamici.
Non potevamo più tacere perché alle volte sentiamo dire di aziende che “fanno” la biodinamica suffragate da tecnici scaltri e magari lavorano il terreno, seminano sovesci, danno i preparati, mentre, al medesimo tempo, difendono le viti con la chimica di sintesi, candidamente affermando che comunque di chimica ne usano poca e che a poco a poco la diminuiranno.
Non potevamo tacere perché spesso sentiamo affermare che l’agricoltura biodinamica è soprattutto razionale agronomia, omettendo di aggiungere, perché non lo si sa, che per la biodinamica esiste un’altra agronomia, un’altra botanica, un’altra fisiologia. Un’altra scienza con un suo linguaggio.
Non potevamo tacere perché in un mercato apparentemente “assetato” di vino biodinamico, compaiono esperti e tecnici che credono di potersi avvalere dell’applicazione mnemonica di un protocollo e che, magari, tra una consulenza in agricoltura chimica e un’altra in un’azienda biologica, trovano il tempo per la consulenza biodinamica.
Non potevamo tacere e non chiederci: come si può conoscere e applicare la biodinamica e continuare ad esercitare e consigliare in agricoltura chimica?
Non potevamo tacere perché fare l’agricoltore non è un’attività sacerdotale, non si è chiamati a svolgere mansioni divine, diventando saggi.
Non incenseremo il contadino soltanto perché è biodinamico, avendo ben presente che oggi non vi è neanche più il passaggio delle conoscenze tra le generazioni, mentre soltanto attraverso la conoscenza della biodinamica e delle leggi che governano gli elementi naturali, è possibile riappropriarsi della percezione del vivente e farne uso per coltivare.
Ma le conoscenze non si acquisiscono con maestri ignoranti. Serve poca preparazione filosofica speculativa e molta conoscenza sia della scienza agricola meccanicista, per apprezzarla così come per confutarla, sia dell’agronomia e dell’applicazione pratica dei presupposti agricoli olistici della biodinamica, per poterla insegnare.
Serve un ponte con la ricerca scientifica istituzionale rappresentata da quei ricercatori che, oltre a pensare a come reperire fondi dall’uso della parola “biodinamica”, tengano fede alla natura della loro vocazione: essere curiosi, mantenere sempre vivo il dubbio sulle loro conoscenze.
Non si è uomini di scienza per titolo, lo si diventa e si continua ad esserlo ogni volta che si conferma, ma anche che si confuta una verità, magari certezza fino al giorno prima. Un dubbio utile potrebbe essere quello di verificare la validità del metodo scientifico fin qui utilizzato per rappresentare i fenomeni biologici, naturalistici e quindi agricoli.
Non potevamo tacere perché la biodinamica è un patrimonio incommensurabile dell’umanità, che non può essere licenziato quale fenomeno esoterico.
La base dell’esistenza della scienza attuale, meccanicista, si fonda sulla cultura esoterica che fu della scuola di Pitagora, e non ci risulta che si possa confutare l’utilità che le sue affermazioni scientifiche hanno avuto per l’umanità (da Galileo in poi, il metodo numerico serve a validare i risultati scientifici).
Sicuramente si possono fare delle scelte più convenienti che aprire un sito sulla biodinamica, ma abbiamo deciso di occuparcene perché siamo convinti che fare per bene l’agricoltura biodinamica è un’opportunità per l’umanità e farla conoscere bene e in onestà vuol significare separare il grano dal loglio, vuol dire trasmettere soltanto ciò che ha una validità applicativa, magari verificata da molti decenni, confutando quello che, pur ipotizzato da Rudolf Steiner, non si è dimostrato applicabile.
Da addetti ai lavori, vogliamo confrontarci con chi ha la vera natura del ricercatore curioso, senza preconcetti e dogmi che inficerebbero la sua essenza di ricercatore, e vogliamo porci come barriera agli impostori biodinamici del nuovo far west, che propagandano elisir senza effetti dimostrabili e applicabili in agricoltura.
Noi vogliamo portare a conoscenza i nostri studi, anche analitici, ed i risultati pratici che da tanti anni otteniamo e che ci consentono di praticare l’agricoltura biodinamica.
Questo sito nasce come vetrina del nostro operare: racconteremo come si fa la biodinamica moderna nelle sue linee fondamentali, affrancando chi vorrà seguirci dalle insidie dell’imponderabile; forniremo indicazioni pratiche solo su quello che abbiamo sperimentato ed applicato direttamente e ripetutamente negli anni della nostra attività professionale; denunceremo ogni falsa affermazione su effetti “miracolosi” della biodinamica non dimostrati inconfutabilmente, ma saremo anche pronti a difendere l’agricoltura del futuro dai detrattori prezzolati travestiti da scienziati.
Saremo vigili cultori della storia e del futuro della biodinamica, perché ne abbiamo abbracciato la grandezza e ne abbiamo fatto la nostra attività lavorativa, in tempi non sospetti e al di là di ogni possibile previsione di marketing strategico.

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