Viticoltura biodinamica

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Vignaioli e vignerons d’Europa

vignaiolo

Manifesto dei Vignerons d'Europe 2009

“Il vignaiolo si prende cura in prima persona della vigna, della cantina e della vendita.
Il vino del vignaiolo è vivo, dona piacere, è figlio del suo territorio e del suo pensiero. Espressione autentica di una cultura.
Il vignaiolo considera il consumatore un co-produttore.
Il vignaiolo custodisce e modella il paesaggio nel rispetto della biodiversità e della cultura del proprio territorio, che racconta e arricchisce.
Il vignaiolo come agricoltore si assume la responsabilità di preservare e migliorare la fertilità del suolo e l’equilibrio degli ecosistemi.
Il vignaiolo si impegna a rinunciare all’utilizzo di molecole e organismi artificiali e di sintesi con l’obiettivo di tutelare il vivente.
Il vignaiolo governa il limite in tutti i suoi impegni ricercando l’ottimo, mai il massimo.
Il vignaiolo si assume la responsabilità della propria attività nel rispetto dell’ambiente, della salute del consumatore e dei destini della propria comunità e della terra.
Il vignaiolo si impegna a creare e alimentare relazioni con altri vignaioli, agricoltori, produttori di cibo, cuochi, università e istituti di ricerca, educatori e cittadini nella propria comunità e nel mondo.
Il vignaiolo pratica la trasparenza: dice quello che fa e fa quello che dice.
I Vignerons d’Europe riuniti a Firenze chiedono alle autorità nazionali ed europee di non ostacolare il loro lavoro con regolamenti adatti all’industria ma non alle loro particolarità”.

Questo il manifesto presentato a Firenze il 7 dicembre 2009, elaborato da tutti coloro che hanno partecipato alle giornate internazionali di Montecatini: agricoltori e viticoltori, enologi, agronomi, associazioni del biologico, del biodinamico, del sostenibile, quadri di Slow Food, ecc.
I produttori e tecnici presenti eravamo per la maggior parte fautori convinti della scelta colturale in agricoltura biologica e biodinamica, accanto a una parte di produttori che ancora rimangono stregati dalla viticoltura ed enologia convenzionali (quelle che non possono fare a meno di utilizzare la chimica di sintesi).
La difficoltà di conciliare tutte le anime di questo eterogeneo e fantastico treno appena partito ha condotto alla stesura di un documento (certamente non risolutivo) con molti intenti ed alcune scelte di fondo. Noi abbiamo provato a distinguere tra quello che è la forza dei numeri, necessaria per ogni movimento che si propone di incidere, anche a livello politico, ed il rifiuto del compromesso sulle questioni essenziali e probabilmente esistenziali.
A nostro avviso doveva essere ulteriormente rimarcata la distanza dalla chimica di sintesi; doveva essere individuata una chiara linea di tendenza che partisse dall’essere agricoltori biologici per poi approdare, come è naturale che sia, nella biodinamica laica, libera e capace di rendere l’uomo agricolo protagonista dei propri gesti.
L’enorme disponibilità di esperienze e conoscenze degli agricoltori e dei tecnici che producono, oggi, in questo modo, sicuramente può garantire da salti nel buio chi ha bisogno di essere accompagnato dalla viticoltura ed enologia chimiche all’emancipazione biodinamica o, almeno, biologica.
Continueremo ad essere al fianco del movimento, nelle sue articolazioni applicative, con il nostro esempio concreto e scientifico, con le nostre aziende, affinchè sia maggiormente illuminata ed esplicita la strada già intrapresa dal movimento dei vignaioli verso l’agricoltura del futuro.

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